(Carmelo Fucarino)
Immaginate che la moglie di un palermitano che conta, profittando del sonno profondo del marito, mascherata da uomo, ascelle cespugliose, barba finta, scarponi pesanti e bastone, si dia appuntamento con altre amiche influenti e occupi gli scanni di Sala d’Ercole a Palazzo dei Normanni. Non fateci caso, se parlano in perfetto dialetto di Ballarò, così vuole la sicilitudine e il copione, anche se donne dotate di idee simili non possono essere copie di Masaniello o dei bassi del Capo. Sole solette, in assenza dei mariti, che ti fanno? un colpo di stato. Si auto eleggono onorevoli dell’Assemblea Regionale e approvano una riforma rivoluzionaria. Per il reazionario Aristofane quale poteva essere da parte di donne: il comunismo alimentare e sessuale. Ci sarebbe da gioire per noi vecchietti. Il povero Blepiro (“colui che guarda”, il “Guardone”?) commenta la scomparsa della moglie, mentre giunge Cremete di ritorno dall’Assemblea che dà la portentosa notizia: d’ora in avanti solo le donne si occuperanno di tutto. La “capa” Prassagora torna a casa e vorrebbe convincere il marito di essere andata ad assistere, vedi alibi, una partoriente, ma infine deve rivelare la verità e esporgli il miracoloso progetto. Avrebbero governato le donne, che avrebbe messo tutto in comune, anche il sesso. Le vecchie e brutte avrebbero goduto di bei fusti, ma anche i vecchi di stangone. Vi lascio immaginare le gomitate e le occhiate e … le risse, sì come quelle dei nostri parlamentari a Roma. Cercate di immaginare le cose turche che avverrebbero alla Regione. Per una pallida immagine andate a vedere La Prattichizza dei nostri Lions. Continua a leggere
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