Volete provarci? Ma senza responsabilità.

Ve la propone Columella, de re rust., XII, 59,

(l’ha ripescata Carmelo Fucarino)

Controversa è l’interpretazione della rinomata ricetta del moretum, come la stessa traduzione del termine, la cui etimologia è oscura ed è resa con “focaccia”, “focaccia piccante”, “torta” (Leopardi), “torta campagnola”, “torta salata”, o semplicemente “pizza”. In una promozione turistica della Regione Veneto, troviamo proposto il moretum, come “crema al pecorino da spalmare”. Questa focaccia doveva essere di larga diffusione, dato che era il consumo di base delle classi popolari povere, data la semplicità della confezione e la povertà delle erbe. La versione più antica è quella tramandata nell’omonimo poemetto in 122 esametri della celebre silloge Appendix Vergiliana, del quale Leopardi, diciottenne, fece una assai libera versione. Continua a leggere